Un romanzo, quest'ultimo, che lascia riflettere su quanto pesino ancora le conseguenze del periodo nazista.
Un romanzo senza un vero e proprio antagonista pronto a frapporsi fra Charlotte e Werther, ma in cui si evince quanto la posizione sociale e il destino stesso possano impedire a due persone di amarsi.
L'uomo cerca quindi di svelare il mistero della propria accusa, rimanendo fermo nell'idea di non avere nessuna colpa e di non aver commesso alcun reato.
Ancora oggi, purtroppo, la minaccia delle armi nucleari è sempre in agguato, usata, più che altro, come leva per opprimere i popoli.
Superati però i primi capitoli e le loro immense descrizioni, si giunge al vivo dell'opera, e da lì si rimane preda di questa fantatica storia che commuove dall'inizio alla fine. Ricca di amore, ma anche di tanto dolore.
Ecco cosa è questo breve romanzo, un racconto surreale, che vuole dare un senso alla sessualità dell'uomo e che analizza la società e ciò che ritiene giusto o sbagliato. Sino a quasi voler dimostrare quanto la scomparsa della razza umana sia nei piani di Dio.
Rimane comunque una lettura che consiglio, perché i tre personaggi principali, Jerome (l'autore stesso), Harris e George sono ben caratterizzati e tutti soffrono di ipocondria, insieme al loro amico a quattro zampe Montmorency, e le loro gang sono utili a tenervi compagnia in una lettura non troppo impegnativa.
Immaginate un teatro, sul palco una scena che non è una scena, ma in cui, appunto, il capocomico e gli attori stanno ultimando i preparativi affinché la scena venga costruita.
Niente da dire sulla scrittura di Harper Lee, che rimane sempre molto godibile, ma "Va', metti una sentinella" manca di contenuti convincenti ed esaltanti rispetto al precedente.
Infatti è perfettamente godibile anche in età adolescenziale, anzi, forse proprio a quell'età bisognerebbe leggerlo, perché le menti dei giovani, soprattutto ma non solo, sono ancora pregne di sogni.