Sul viale delle ombre – La chiave dell’eternità - Romanzo Enrico Scebba
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Visualizza articoli per tag: autrice emergente

paola ruzzini al salotto degli scrittori intervista

1. Ciao Paola e benvenuta nel Salotto degli Scrittori, accomodati pure. Sei la scrittrice di due romanzi brevi che ho avuto il piacere di leggere e di cui sono rimasto affascinato, nonostante il genere che scrivi non sia il mio preferito. “Al di là del mare” e “Profumo” sono stati pubblicati a distanza di tre anni l’uno dall’altro, ma seppur brevi, sono romanzi che portano con sé tanta forza. Di quanto tempo hai bisogno per scrivere uno dei tuoi romanzi?

Ciao Enrico, grazie a te dell'invito al Salotto, sono contenta di scambiare due chiacchiere con te. Quanto tempo ci vuole per scrivere un romanzo è una domanda difficilissima. Innanzitutto entrambi i romanzi, per quanto fantasiosi nella trama, attingono entrambi da miei vissuti. Paesaggi, personaggi, emozioni e riflessioni fanno parte del mio personale viaggio della vita che io appunto nel mio taccuino e da cui poi attingo per tessere le pagine. Possiamo dire che, tra uno e l'altro, ho passato un anno almeno di pausa dalla scrittura narrativa dedicandomi a scrivere poesie, ritratti e pensieri, durante i miei viaggi, incontri, avventure e anche nella quotidianità di sempre. Quando poi sento la necessità di ricucire, butto giù la traccia del romanzo e lo scrivo quasi di getto dedicandomi quasi tutti i giorni per qualche ora per almeno tre mesi, con piccole pause dovute agli impegni. Finito, lo abbandono per un lungo periodo di almeno due mesi e poi passo alla correzione pagina per pagina dove in genere definisco i personaggi, le descrizioni e scelgo i ritmi. Quindi direi un anno con le varie pause in mezzo per la scrittura, il libro invece nasce molto prima in me.

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carlotta torielli al salotto degli scrittori intervista

1. Ciao Carlotta e benvenuta nel Salotto degli Scrittori, accomodati pure. Ci conosciamo ormai da anni e ho avuto anche il piacere di incontrarti di persona, ma sei molto conosciuta anche sui social, soprattutto per la tua voglia di leggere che ti porta a divorare letture di ogni genere e formato. Infatti, oltre ai romanzi, ami molto anche la poesia, per non parlare dei fumetti. Penso che tutti siano curiosi di sapere come scegli la tua prossima lettura e come riesci ad avere in lettura decine di opere di diverso genere. È una tua qualità innata o usi un qualche tipo di superpotere?

Grazie, sono felicissima di essere qui. Non la scelgo, mi sceglie lei. È una cosa naturale. Idem per la "lettura multipla". Prima procedevo con un volume per volta, ora sono sui 115 (fumetti e graphic novel a parte), ma hanno iniziato ad aumentare progressivamente a causa di una commistione di ingordigia, sovrastimolazione e curiosità. Ci "sono scivolata", insomma. È un'esperienza di lettura diversa: si creano bizzarre corrispondenze, si resta più concentrati, senza abbandonarsi alle parole, si acuiscono le capacità analitiche e i contenuti rimangono impressi più a lungo. C'è tanta serendipità. Inoltre è più facile assecondare il proprio stato d'animo e le esigenze contingenti. Considera, però, che solo un 40% circa è narrativa. Leggo tanti saggi, manuali e libri divulgativi sulle materie più disparate.

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stefania ughi al salotto degli scrittori intervista

1. Ciao Stefania, per gli amici Fania, e benvenuta nel Salotto degli Scrittori, accomodati pure. Ci conosciamo ormai da un po’ di tempo, anche se non ci siamo mai visti dal vivo, e su Instagram sei molto apprezzata, quindi ti faccio i miei complimenti per tutto ciò che fai. Sei un'appassionata lettrice, ma anche una scrittrice che ama scrivere sia in prosa che in rima, infatti, ho potuto appurare la tua bravura anche come poetessa. Cosa ti ha spinta a scrivere la tua opera intitolata “Sinfonie dell’attesa”? Di cosa si tratta?

Si scrive per esternare un disagio, un dolore, un rimpianto ma anche un momento inatteso che per un attimo magari ha attraversato la nostra vita. “Sinfonie dell’attesa” nasce così, quasi per caso, quando mi è venuto spontaneo raccogliere in rima tutto ciò a cui dovevo dare un ordine per tacitare non solo i pensieri ma soprattutto il cuore. A dire il vero nel 2009 un mio racconto era stato selezionato per la raccolta “Io mi ricordo” curata da “Banca della Memoria”, con la regia di Giacomo Papi ed edita da Einaudi. Era una raccolta a cui avevano preso parte anche autori famosi, tra cui Camilleri e probabilmente questo mi aveva dato la spinta a continuare. Così nasce nel 2016 “Sinfonie dell’attesa”, un misto di poesia e prosa, ritratti di personaggi e brevi storie

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Martedì, 15 Novembre 2022 13:46

L'importanza dei dialoghi - Come scriverli al meglio

l importanza dei dialoghi come scriverli al meglio

Non sono sicuro del fatto che non sia mai stato scritto un romanzo con assenza di dialoghi, ma sono convinto che i dialoghi rendano più efficace la narrazione di qualsiasi romanzo.

Infatti, i dialoghi sono utili soprattutto a mandare avanti la narrazione, snellendola rapidamente e intrattenendo maggiormente il lettore, che spesso non ha voglia di leggere interminabili descrizioni o informazioni dettate direttamente dal narratore.

I dialoghi sono efficaci quando, appunto, il narratore non entra in scena, ma lascia che siano i personaggi da lui creati a portare avanti il romanzo, fornendo le giuste informazioni al lettore nel momento più adatto.

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recensioni amazon verranno mostrate anche le valutazioni di goodreads

Care Ombre, era da mesi che non postavo un articolo per la mia rubrica #tecnologiaescrittura e torno con una bella novità!

Per chi ancora non lo sapesse, Goodreads, il famoso social dedicato al mondo dell'editoria di cui ho già parlato qui, è ormai dal 2013 proprietà di Amazon. Ciò significa che i collegamenti tra i due siti web sono molteplici e sempre in espansione.

La novità di cui vi parlerò oggi tratta il tema delle valutazioni di goodreads. Come potete vedere dall'immagine, a breve sarà possibile confrontare le valutazioni di Goodreads con quelle di Amazon con un sol colpo d'occhio.

Pubblicato in #tecnologiaescrittura

show don t tell un consiglio per migliorare la propria scrittura

Di sicuro non sarò il primo e neanche l’ultimo a parlare della regola di scrittura “Show, don’t tell”, è infatti un argomento ampiamente affrontato anche nel nostro paese dai blogger letterari e da tutti gli addetti ai lavori nel mondo dell’editoria, già conosciuta quindi dagli autori e dalle autrici più affermate. È bene però che ne venga a conoscenza anche chi sta mettendo i piedi per la prima volta nel mondo della scrittura, ma anche da chi ha già pubblicato diversi romanzi, ma non ha ancora molta dimestichezza con questa abilità, anche perché non è facile da apprendere e da dosare nel mondo più corretto.

“Show, don’t tell” si traduce letteralmente in: “Mostrare, non raccontare”. Detto così non è facile coglierne il significato, ma proverò con questo articolo a spiegarvi come è possibile mostrare qualcosa al lettore senza raccontare.

Il mostrare senza raccontare si può spiegare con il lasciar comprendere al lettore ciò che lo scrittore vuole mettere a sua conoscenza, tentando però di non descrivere la situazione in maniera diretta, bensì lasciando che il lettore ci arrivi da sé.

Tale metodo di scrittura genera nel lettore una maggiore emotività, come se stesse assistendo a una scena cinematografica, riuscendo così a tenerlo incollato alle pagine. Il lettore acquisisce quindi delle informazioni che lui stesso intuisce o deduce, mentre lo scrittore smette di raccontare per filo e per segno, descrivendo ogni cosa e puntualizzando su tutto, ma bensì diventa una sorta di guida che lascia scoprire al lettore le intenzioni della propria opera.

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laura parise al salotto degli scrittori intervista

1. Ciao Laura e benvenuta nel Salotto degli Scrittori, accomodati pure. Sei una scrittrice molto prolifica e ultimamente hai anche variato il tuo genere di scrittura. Infatti, con la tua ultima pubblicazione, hai sperimentato il genere giallo. Hai sempre scritto narrativa e romance, come mai hai deciso di scrivere “L’assassino dei confetti”?

Ciao e grazie per l'invito. A dire il vero ho sempre amato variare nella lettura e i thriller li ho sempre amati. Ne ho letti tantissimi e ho ammirato molto quegli autori. Ho sempre sognato di riuscire a scriverne uno e di riuscire a stupire i miei lettori perché sono una persona che ama mettersi in gioco.

Pubblicato in Interviste
Domenica, 11 Settembre 2022 19:10

Elena Piras al Salotto degli Scrittori - Intervista

elena piras al salotto degli scrittori intervista

1. Ciao Elena e benvenuta nel Salotto degli Scrittori, accomodati pure. Tu sei una di quelle scrittrici che ama spaziare nei generi e nelle attività, infatti non ti limiti soltanto a scrivere e leggere, ma offri persino servizi di editing e dispensi consigli di scrittura ad altri autori e autrici emergenti. Quindi inizierei con il chiederti, perché fai ciò che fai? Cosa provi durante tutte queste tue attività legate al mondo dell’editoria?

Ciao Enrico e wow che bella domanda! Scrivere sicuramente mi permette di dare sfogo alla mia fantasia e creatività e di immergermi in realtà diverse, spesso mi aiuta anche a sfogarmi dallo stress quotidiano. Editare, consigliare e aiutare gli autori nelle loro opere invece, mi gratifica! Pensare di poter contribuire a realizzare un sogno di un'altra persona è qualcosa di unico, quel libro diventa anche un po' tuo, e quando arrivo alla fine, mi sento soddisfatta. Quando l'autore mi ringrazia ed è felice del risultato, io mi sento realizzata e utile e inoltre questo lavoro, oltre a stimolare la mente e farti riflettere, ti dà modo di conoscere tante persone, di instaurare rapporti, di crescere anche personalmente e imparare tante cose sia sulla vita sia sugli argomenti che vengono trattati nei manoscritti, perché quando editi devi anche fare ricerche per appurare che ciò che è scritto sia vero. Insomma, è un mondo fantastico anche se molto difficile.

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come scrivere un romanzo la scelta del titolo parte 6

La scelta del titolo non è qualcosa di semplice, bisogna pensarci accuratamente e deve rispettare alcuni parametri secondo me essenziali.

Deve avere un certo impatto, descrivere con pochissime parole l’opera, ma soprattutto, deve vendere.

Il titolo è importante perché è uno tra i primissimi elementi che arriva ai potenziali lettori, se non incuriosisce nell’immediato allora avrete perso svariate vendite. Deve suonare bene e lasciare già immaginare qualcosa, come un’istantanea proiezione dell’intera opera.

Il titolo deve inoltre contenere il genere letterario dell’opera, cioè devono esserci parole che rimandando al genere in cui ricade.

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come scrivere un romanzo la documentazione parte 5

Giunti sino a questo punto saprete già in quale luogo ed epoca verrà ambientata la vostra opera, quindi bisogna adattarla assecondando l’ambientazione. La mole di documentazione dipenderà dal genere dell’opera e dai temi trattati, potreste definire il tutto cavandovela con poco oppure impiegare settimane, o addirittura mesi, dietro ad altri volumi capaci di far luce su cose che non avete mai studiato e che non potete fare a meno di imparare. Dipenderà tutto da voi, ma è essenziale sapere che più vi documenterete e più l’opera ne sarà arricchita, rendendola più vera e credibile.

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