La sua scrittura è particolare per via dei periodi troppo lunghi, e ricchi di metafore, che ampliano la prosa sino a riuscire a muoversi da un argomento a un altro nel medesimo periodo.
E allora è per il linguaggio troppo rude e privo di rispetto, che il romanzo è stato censurato per quasi trent'anni, dal '34 al '61, anno in cui è stato liberalizzato. La cosa che però mi stupisce è il fatto che tantissimi lo abbiano letto e acquistato di contrabbando.
Il dolore e la disperazione che accompagna queste pagine è palpabile, e lo scopo era, già a suo tempo, far riflettere soprattutto i leglislatori, affinché questa pratica venisse abolita.
Un altro personaggio molto importante è Phoebe, la sorella minore, di dieci anni, a cui il protagonista è molto legato, e che sembra rappresentare la sua voglia di rimanere bambino.
Ma Dimitrij non era il solo ad odiare il vecchio, perché anche Ivan lo disprezzava, e non si poteva dire che Alëša lo amasse particolarmente. Per non parlare di Smerdjakov trattato alla stregua di un servetto.
Robin cresce e diventa un formidabile arciere e, come in molti altri romanzi dell'autore, il protagonista trova l'amore della bella Marian.
Dalla sua parte avrà però la bella Rosa, figlia del carceriere Grifo. I due si innamorano e lei farà di tutto per riuscire a scagionare Cornelius e far sbocciare il tulipano nero.
Seppur essendo stato incarcerato per motivi politici, l'autore decide di non inserire nessun riferimento politico, sopratto contro l'impero Austriaco che lo ha incarcerato.
Come nel caso di Mowgli, il bambino cresciuto da un branco di lupi che è destinato ad affrontare la sua nemesi: la sanguinaria tigre Shere Khan.
A molti lettori non è piaciuto e penso che il giudizio negativo nasca da un approccio al romanzo con alte aspettative, soprattutto se si pensa ad esso come un horror puro.