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Il seggio vacante di J. K. Rowling - Recensione

il seggio vacante di j k rowling recensione

Estratto della recensione

Ciò che si evince di più, è la straordinaria dote dell'autrice, capace di capire le persone, di essere così empatica da creare personaggi veri, riuscendo a mettersi quasi al loro posto nonostante non abbia vissuto realmente nei loro panni.

Trama

A chi la visitasse per la prima volta, Pagford apparirebbe come un'idilliaca cittadina inglese. Un gioiello incastonato tra verdi colline, con un'antica abbazia, una piazza lastricata di ciottoli, case eleganti e prati ordinatamente falciati. Ma sotto lo smalto perfetto di questo villaggio di provincia si nascondono ipocrisia, rancori e tradimenti. Tutti a Pagford, dietro le tende ben tirate delle loro case, sembrano aver intrapreso una guerra personale e universale: figli contro genitori, mogli contro mariti, benestanti contro emarginati. La morte di Barry Fairbrother, il consigliere più amato e odiato della città, porta alla luce il vero cuore di Pagford e dei suoi abitanti: la lotta per il suo posto all'interno dell'amministrazione locale è un terremoto che sbriciola le fondamenta, che rimescola divisioni e alleanze. Eppure, dalla crisi totale, dalla distruzione di certezze e valori, ecco emergere una verità spiazzante, ironica, purificatrice: che la vita è imprevedibile e spietata, e affrontarla con coraggio è l'unico modo per non farsi travolgere, oltre che dalle sue tragedie, anche dal ridicolo.

Recensione

Una Rowling diversa

Di J.K. Rowling apprezzo soprattutto questo suo mettersi in gioco variando spesso genere letterario nei propri romanzi. Con "Il seggio vacante" l'autrice tratta temi sociali odierni, sempre più complessi e dai risvolti spesso drammatici, come la tossicodipendenza, la sessualità vissuta dai giovani, ma anche le crisi di mezza età degli adulti, nonché la violenza sessuale e quella domestica.

Un mix di ciò, in un lasso di tempo ristretto come quello raccontato nel romanzo, forse è complicato che si realizzi con i relativi incroci tra le vite dei personaggi, ma a mio parere i fatti raccontati vanno analizzati in maniera separata dalla visione di insieme.

Ciò che si evince di più, è la straordinaria dote dell'autrice, capace di capire le persone, di essere così empatica da creare personaggi veri, riuscendo a mettersi quasi al loro posto nonostante non abbia vissuto realmente nei loro panni.

I suddetti personaggi sono così tanti che però ho avuto un po' di difficoltà ad inquadrarli e a collocarli nella narrazione. Anche a causa di ciò la lettura, di ben 550 pagine circa, mi è risultata abbastanza pesante, lenta nello scorrere delle pagine.

Ognuno di loro vive a Pagford, piccola cittadina britannica che è come un microcosmo, e, interfacciandosi l'uno con l'altro mostrano tutte le drammaticità che sono ormai all'ordine del giorno all'interno di qualsiasi società occidentale.

Il protagonista, a mio parere, è Barry Fairbrother, il primo personaggio che viene descritto, membro del consiglio comunale di Pagford, che muore nell'introduzione a causa di un aneurisma.

Nonostante esca dalla scena già dalle prime pagine, tutti gli altri personaggi ruotano intorno a lui, o perchè conosciuto in passato, o per quel seggio vacante che lascia al consiglio e per cui in molti concorrono.

Un romanzo che, seppur con delle ottime basi e dei temi importanti, non è riuscito a coinvolgermi, e sinceramente ritengo che vada aperto con basse aspettative, soprattutto se pensate che sia coinvolgente come i libri più famosi dell'autrice.

Valutazione

La lettura viene valutata in base ai gusti personali del lettore. Un libro che non piace a un lettore può essere splendido per un altro. Se sei l'autore, o l'autrice, e pensi che questo tuo libro sia stato valutato male, evita di contattarmi o di commentare lamentandotene.

Letto 32 volte Ultima modifica il Domenica, 12 Novembre 2023 09:18

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