Trama

Nell'autunno del 1912, a Praga, tra 17 novembre e il 7 dicembre, Franz Kafka scrisse "La metamorfosi", l'incubo sotterraneo e letterale di Gregor Samsa, un commesso viaggiatore che si sveglia un mattino dopo sogni agitati e si ritrova mutato in un enorme insetto. La speranza di recuperare la condizione perduta, i tentativi di adattarsi al nuovo stato, i comportamenti familiari e sociali, l'oppressione della situazione, lo svanire del tempo sono gli ingredienti con i quali l'autore elabora la trama dell'uomo contemporaneo, un essere condannato al silenzio, alla solitudine e all'insignificanza.

Recensione

La kafkiana diversità

Diversi i racconti in questa piccola raccolta, forse i più interessanti scritti da Franz Kafka. Ho trovato molto interessanti diversi tra essi, soprattutto "La colonia penale", ma a fare da padrone è di certo "La metamorfosi".

Un racconto che è la metafora della vita dell'essere umano moderno, costretto a essere come la società lo vuole o, altrimenti, ritenuto qualcosa di ripugnante oltre che diverso, come un parassita.

Ed è proprio in uno scarafaggio gigante che Gregor si ritrova ad essere, già dall'incipit, svegliandosi sul proprio letto, senza capire come si sia trasformato.

Ma neppure indaga più di tanto, sa soltanto che ormai non è più il Gregor che si alzava presto per andare a lavorare e mantenere se stesso, i genitori e la sorella, non in grado di poterlo fare da soli.

Gregor ha difficoltà persino a muoversi, perde così il lavoro, ma anche la propria umanità, sino a essere abbandonato a se stesso da quella famiglia per cui aveva fatto tanto. Soltanto la sorella riesce per un periodo ad aiutarlo, nonostante la sola vista del corpo del fratello la disgusti.

Un breve racconto che scava, oltre che nella vita di Kafka stesso e nei suoi rapporti famigliari, anche nella vita dell'uomo moderno, che ha sempre più difficoltà ad esprimere se stesso e i propri sogni.

Valutazione

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